Negli ultimi anni, grazie anche alla natura digitale del mio lavoro che me lo permette, ho abbracciato la filosofia del viaggiare fuori stagione. Soprattutto se si parla di luoghi famosi. Quelli assolutamente vale la pena visitarli fuori stagione. Quando ci sono meno persone i luoghi si esprimono nel modo migliore e ad un prezzo più basso. Per cui per capodanno, dopo aver dribblato a piè pari un numero ingente di proposte allettanti, il mio migliore amico Bellamore Michele se ne è uscito con la Georgia, dopo aver visto questo video:
In questo post vi racconto del nostro Road trip di 5 giorni in Georgia, dal capodanno a Tbilisi ai vigneti del Kakheti passando per le piste da sci di Gudauri.
Giorno 1: Atterraggio e Scoperte Notturne a Kutaisi
Seppur un’alternativa poco eco-friendly, in Georgia, dall’Italia, per un viaggio breve, si arriva in aereo. Woohoo! Le alternative migliori hanno Roma o Milano come aeroporti di partenza e, 4 ore dopo, Kutaisi o Tbilisi come aeroporti di arrivo.
Noi siamo partiti il 30 dicembre alle 18.10 da Fiumicino e siamo atterrati alle 00.55 a Kutaisi, spostando le lancette dell’orologio in avanti di 3 ore.
AAA: avevamo noleggiato un auto all’aeroporto, dove i provider dei vari servizi sono aperti tutta la notte, ritrovandoci con la prenotazione scaduta una volta arrivati allo sportello. Errore semplice: arrivando di notte, avremmo dovuto prenotare la macchina dall’1.30 del 31 dicembre, e invece l’abbiamo prenotate dall’1.30 del 30. Pivelli. Ma non tutti i mali vengono per nuocere, fra poco vi dico perché.
Fatta un e-sim con internet illimitato per la modica cifra di 6€ (18 GEL, il cambio è 1 a 3), ci siamo ficcati in un taxi che ci ha portato in centro città, lasciandoci al solo ed unico ristorante aperto di notte, Eldepo: local, economico, buono. Non appena entrati ci sentiamo chiamare in un accento parameridiano da un ragazzo che a quanto pare ci aveva visto in aereo. Era quella del grande Giorgi, un georgiano cresciuto nella provincia di Viterbo, oggi a Kutaisi per visita al padre, tale “Tigre”, che ci ha invitato a sedere al suo tavolo ordinando contestualmente tutto quello che c’era sul menu.
Mentre Tigre, lapidario, faceva solo cenni tra il solenne ed il minatorio che ci intimavano a proseguire con la degustazione notturna di Khinkali e Khachapuri, Giorgi era eccitatissimo di fare da ponte tra la cultura Italo-Tusciana e quella Georgiana. Il ragazzo, oramai da troppo tempo in un’Italia di periferia emarginante, aveva però una visione un po’ stereotipata del suo paese d’origine. Molto simpatico ma poco istruttivo, ci ha parlato principalmente di armi, automobili e codici d’onore, regalandoci grasse risate.
Fortunatamente nei giorni a seguire abbiamo scoperto una Georgia molto diversa e avanzata rispetto ai tradizionalismi con cui tendiamo ad immaginare i paesi dell’Est.
Pernottiamo al Green Town Hotel, con una vista pazzesca sulla città e a pochi passi da una meravigliosa cattedrale.
Giorno 2: Esplorando Tbilisi - Scoperte Culinarie e Culturali nella Capitale Georgiana
Il giorno successivo rimediamo una macchina contattando su Whatsapp una ditta di noleggio locale che, a un prezzo più basso di quella mal-prenotata online sul sito di una multinazionale, ce la porta fino in albergo. Assicurazione completa, ruote invernali, brief sulle regole - scritte e non - di guida locale e siamo partiti alla volta di Tbilisi, in attesa del capodanno.
Tre ore di guida su strade ben messe immerse in paesaggi freddi e appaganti e siamo arrivati a destinazione, che da subito ci è apparsa la città con più pompe di benzina in cui abbiamo mai messo piede.
A parte l’aspetto irrilevante, devo ammettere che avevo delle aspettative molto basse su Tbilisi, e ad essere ancora più sincero non so nemmeno come me le ero costruite queste aspettative. Oltre che molto brutta, credevo che la città fosse autoritaria, ortodossa e molto filo-russa. Ma poco importa. Quelle idee sono state totalmente soppiantate da altre decisamente migliori.
Democratica e progressista, Tbilisi è una città vibrante e cosmopolita. Piazzata in un’immensa valle di montagna, la capitale georgiana ci mostra senza vergogna volti molto diversi, da quello del pittoresco centro storico a quello dei centri grattacielosi, salendo e scendendo per quartieri decadenti che hanno tutta l’aria di remoti paesini di montagna ma sono a cinque minuti dai centri metropolitani.
Il cibo a Tbilisi è la massima espressione della cucina georgiana, che ha la caratteristica di essere squisita. In particolare, e lo dico da napoletano, credo di non aver mai mangiato panificati così buoni come in Georgia. A spadroneggiare in questa categoria è sicuramente il Kachapuri, una specie pizza molto formaggiosa che si presenta in diverse forme. Tutti i piatti poi sono fondamentalmente il risultato di una sapiente manomissione di verdure, erbe, frutta e carne, dove il sale è utilizzato senza parsimonia e le spezie, seppur molto presenti, si presentano in maniera discreta e mai piccante.
Per il pranzo siamo stati da Puri Giuliani, una fancy bakery affacciata sul Kura, uno dei principali fiumi del Caucaso che attraversa Tbilisi, mentre a cena da Stamba, un’ex casa editrice ora riqualificata come hotel, co-working, bar, biblioteca, negozio di fiori, ristorante fatta di elementi vintage mescolati ad un'estetica contemporanea.
Nel frattempo, tra un pasto e l’altro, abbiamo passeggiato per le stradine acciottolate del centro storico, che ospitava degli accoglienti mercatini natalizi esprimendo appieno il contrasto tra il passato e il presente di questo luogo. Nonostante l’estetica e la natura della festa ci riportassero infatti a qualcosa di molto tradizionale, la figaggine di tutti gli esercenti dei mercatini, l’offerta moderna della loro artigianalità e la musica elettronica diffusa, ci spingevano nel presente progressista di Tbilisi.
Dovete sapere che a Tbilisi divagano dirompenti una folta cultura hipster e un’impegnata scena techno. È qui che si trova il Bassiani, uno dei più famosi club techno al mondo, che oltre ad aver scoperto molti dei migliori talenti locali, è gestito da un collettivo politicamente attivo che, tra le varie cose, ha fatto partire le proteste che hanno portato alla legalizzazione della cannabis in Georgia nel 2018 e fa da amplificatore alla voce alle comunità LGBTQ+, ancora non viste di buon grado nel paese.
Noi per la notte di capodanno siamo stati al Love Bar, che si è difeso bene, quindi non ho esperienza diretta del Bassiani, ma per i clubber pare valga davvero la pena di farci un salto.
Giorno 3: Avventura Invernale a Gudauri - Sci e Paesaggi Montani
Il terzo giorno, con moolta calma, ci siamo svegliati frastornati nella calura del nostro ostellazzo over riscaldato, il puri recensito Envoy Hostel, e siamo partiti alla volta di Gudauri, a 2 ore da Tbilisi, in direzione Nord-Est. Sosta pranzo pomeridiana al Garden Restaurant, un ottimo ristorante casereccio lungo la strada dove come al solito abbiamo sottovalutato le porzioni delle portate, e al crepuscolo siamo arrivati in questa meravigliosa località sciistica georgiana.
Qui, ancor prima di checkinarci in ostello, siamo andati in un rental a fare il setup per la sciata del giorno successivo. Da Burusport (antipaticissimi) siamo riusciti a noleggiare tutto ciò che ci occorreva per sciare, considerando che viaggiando con solo lo zaino sarebbe stato difficile portare con noi anche solo il pantalone adatto. Abbiamo anche prenotato un istruttore per la prima ora della mattina, per farci fare da cicerone su questo comprensorio a noi sconosciuto.
Quanto abbiamo speso. Abbiamo speso orientativamente 110€ a persona, di cui 40 per l’attrezzatura, 50 per l’istruttore e 20 per lo skipass.
E poi siamo andati a checkinarci al Khada Hostel, un bellissimo “progetto”, come hanno voluto accuratamente chiamarlo i suoi host: una carinissima e giovanissima coppia georgiana che ha deciso di offrire qualcosa di diverso in questa località sciistica in florida espansione, resa nota al mondo qualche anno fa per quel video della seggiovia pazza. A proposito, in quell’occasione non ci sono stati morti né feriti, e si è scoperto che il macchinista che doveva fermarla era ubriaco. La viralità del video, confermando la teoria che non esiste pubblicità negativa, ha regalato a Gudauri un’impennata del flusso turistico.
Terminiamo la serata con un secondo capodanno al Black Dog, un pub dove i camerieri sono antipatici ma il cibo è buono e la musica, nel bene e nel male, è scelta dai clienti tramite un jukebox che illumina la sala.
Giorno 4: Sci e Relax a Gudauri - Esplorazione del Comprensorio Sciistico
Alle 10 del giorno successivo siamo sulle piste. Ed eravamo i primi, perché in Georgia gli impianti aprono alle 10. Ai georgiani piace svegliarsi con calma. E non solo a loro, anche ai russi, che occupano l’altra fetta più grande della disponibilità alberghiera di Gudauri, e ai Kazaki, che ne occupano qualche bocconcino finale.
Giornata soleggiata, temperatura perfetta e sciata rilassante. Le piste sono larghe e, comparato alle nostre amate piste italiane, c’è poca gente. Il comprensorio non è molto grande ma ha tutti i livelli di pista e offre accessibili e divertenti scorci da freeride. Un aspetto molto suggestivo è che questo inizia a circa 2000mt e si sviluppa fino alla vetta a 3000mt, permettendo di avere a portata d’occhio non solo le vette delle montagne adiacenti ma anche l’affaccio a strapiombo sulla valle.
Cacciati dagli impianti alle 17, ce ne siamo andati alla spa convenzionata con l’hostel, dove abbiamo recuperato qualche forza prima di tornare ad un Black Dog un po’ più scarico della sera precedente. Il motivo è semplice ed è lo stesso per cui c’era così poca gente sulle piste: in Georgia il capodanno si festeggia sia il 31 dicembre che il 1 gennaio.
Giorno 5: Viaggio nel Cuore del Vino Georgiano - Kakheti e i suoi Segreti
Sveglia presto e siamo partiti alla volta del Kakheti, la più famosa regione vinicola della Georgia. Premesso che siamo totalmente fuori stagione, abbiamo comunque trovato una cantina disposta ad aprirci le porte della sua wine cellar, la Karalashvili e a raccontarci qualcosa che dalla Georgia merita di essere raccontato.
I georgiani producono e bevono vino da almeno 8mila anni. Secondo alcune testimonianze archeologiche, il vino è stato inventato qui. Ed ancora più interessante è il fatto che la maggior parte del vino georgiano è prodotto nello stesso e identico modo degli inizi, lasciato cioè fermentare con tutte le bucce, i raspi, i semi e la polpa in delle grosse anfore di argilla chiamate qveri, riposte sotto terra. Senza nessun aggiunta di additivi, i georgiani ottengono in questo modo il cosiddetto vino “non filtrato”, amato dai cooltori del vino naturale.
Al pomeriggio torniamo a Tbilisi, per passare la serata con Saba, un caro amico georgiano conosciuto in Sri Lanka con cui ci siamo fatti le migliori surfate e le migliori ubriacate.
Saba ci ha portato prima al Il Monastero della Trasfigurazione di Tabor, sul monte Taboris-Mta, dove abbiamo avuto una prospettiva ampia sulla città, e poi allo Mtsaminda Park, un centenario parco divertimenti situato sul cucuzzolo del monte Mtatsminda, che domina la capitale georgiana.
Lì abbiamo provato qualche giostra prima di andare a cena in un ristorante del complesso Wine Factory N1, un’ex fabbrica di vino in pieno centro che ospita una serie di bar e ristoranti di ogni tipo dove, di nuovo, ci siamo scofanati tutto benissimo. Post cena abbiamo iniziato una specie di pub crawl di classe, dove abbiamo bazzicato per vari bar e club della città bevendo molti drink ma non troppi da diventare molesti prima di rintanarcene tra le braccia di Morfeo a casa di Saba per risvegliarci solo poche ore dopo e tornarcene in Italia.
Road Trip in Georgia a Capodanno: Conclusioni
Nessun finale particolare, solo qualche piccola tips sparsa.
- Tutti parlano un buon livello d’inglese.
- In Georgia si può pagare con carta anche la mancia nei bagni pubblici.
- Gli autovelox ti beccano e ti mandano la multa live sul cellulare.
- I georgiani sono belli e bravi ma è difficile fargli mangiare un’emozione.
Caro lettore viaggiatore. Spero quest’articolo ti sia stato utile. Ti ringrazio per averlo letto e ti abbraccio.
V
Negli ultimi anni, grazie anche alla natura digitale del mio lavoro che me lo permette, ho abbracciato la filosofia del viaggiare fuori stagione. Soprattutto se si parla di luoghi famosi. Quelli assolutamente vale la pena visitarli fuori stagione. Quando ci sono meno persone i luoghi si esprimono nel modo migliore e ad un prezzo più basso. Per cui per capodanno, dopo aver dribblato a piè pari un numero ingente di proposte allettanti, il mio migliore amico Bellamore Michele se ne è uscito con la Georgia, dopo aver visto questo video:
In questo post vi racconto del nostro Road trip di 5 giorni in Georgia, dal capodanno a Tbilisi ai vigneti del Kakheti passando per le piste da sci di Gudauri.
Giorno 1: Atterraggio e Scoperte Notturne a Kutaisi
Seppur un’alternativa poco eco-friendly, in Georgia, dall’Italia, per un viaggio breve, si arriva in aereo. Woohoo! Le alternative migliori hanno Roma o Milano come aeroporti di partenza e, 4 ore dopo, Kutaisi o Tbilisi come aeroporti di arrivo.
Noi siamo partiti il 30 dicembre alle 18.10 da Fiumicino e siamo atterrati alle 00.55 a Kutaisi, spostando le lancette dell’orologio in avanti di 3 ore.
AAA: avevamo noleggiato un auto all’aeroporto, dove i provider dei vari servizi sono aperti tutta la notte, ritrovandoci con la prenotazione scaduta una volta arrivati allo sportello. Errore semplice: arrivando di notte, avremmo dovuto prenotare la macchina dall’1.30 del 31 dicembre, e invece l’abbiamo prenotate dall’1.30 del 30. Pivelli. Ma non tutti i mali vengono per nuocere, fra poco vi dico perché.
Fatta un e-sim con internet illimitato per la modica cifra di 6€ (18 GEL, il cambio è 1 a 3), ci siamo ficcati in un taxi che ci ha portato in centro città, lasciandoci al solo ed unico ristorante aperto di notte, Eldepo: local, economico, buono. Non appena entrati ci sentiamo chiamare in un accento parameridiano da un ragazzo che a quanto pare ci aveva visto in aereo. Era quella del grande Giorgi, un georgiano cresciuto nella provincia di Viterbo, oggi a Kutaisi per visita al padre, tale “Tigre”, che ci ha invitato a sedere al suo tavolo ordinando contestualmente tutto quello che c’era sul menu.
Mentre Tigre, lapidario, faceva solo cenni tra il solenne ed il minatorio che ci intimavano a proseguire con la degustazione notturna di Khinkali e Khachapuri, Giorgi era eccitatissimo di fare da ponte tra la cultura Italo-Tusciana e quella Georgiana. Il ragazzo, oramai da troppo tempo in un’Italia di periferia emarginante, aveva però una visione un po’ stereotipata del suo paese d’origine. Molto simpatico ma poco istruttivo, ci ha parlato principalmente di armi, automobili e codici d’onore, regalandoci grasse risate.
Fortunatamente nei giorni a seguire abbiamo scoperto una Georgia molto diversa e avanzata rispetto ai tradizionalismi con cui tendiamo ad immaginare i paesi dell’Est.
Pernottiamo al Green Town Hotel, con una vista pazzesca sulla città e a pochi passi da una meravigliosa cattedrale.
Giorno 2: Esplorando Tbilisi - Scoperte Culinarie e Culturali nella Capitale Georgiana
Il giorno successivo rimediamo una macchina contattando su Whatsapp una ditta di noleggio locale che, a un prezzo più basso di quella mal-prenotata online sul sito di una multinazionale, ce la porta fino in albergo. Assicurazione completa, ruote invernali, brief sulle regole - scritte e non - di guida locale e siamo partiti alla volta di Tbilisi, in attesa del capodanno.
Tre ore di guida su strade ben messe immerse in paesaggi freddi e appaganti e siamo arrivati a destinazione, che da subito ci è apparsa la città con più pompe di benzina in cui abbiamo mai messo piede.
A parte l’aspetto irrilevante, devo ammettere che avevo delle aspettative molto basse su Tbilisi, e ad essere ancora più sincero non so nemmeno come me le ero costruite queste aspettative. Oltre che molto brutta, credevo che la città fosse autoritaria, ortodossa e molto filo-russa. Ma poco importa. Quelle idee sono state totalmente soppiantate da altre decisamente migliori.
Democratica e progressista, Tbilisi è una città vibrante e cosmopolita. Piazzata in un’immensa valle di montagna, la capitale georgiana ci mostra senza vergogna volti molto diversi, da quello del pittoresco centro storico a quello dei centri grattacielosi, salendo e scendendo per quartieri decadenti che hanno tutta l’aria di remoti paesini di montagna ma sono a cinque minuti dai centri metropolitani.
Il cibo a Tbilisi è la massima espressione della cucina georgiana, che ha la caratteristica di essere squisita. In particolare, e lo dico da napoletano, credo di non aver mai mangiato panificati così buoni come in Georgia. A spadroneggiare in questa categoria è sicuramente il Kachapuri, una specie pizza molto formaggiosa che si presenta in diverse forme. Tutti i piatti poi sono fondamentalmente il risultato di una sapiente manomissione di verdure, erbe, frutta e carne, dove il sale è utilizzato senza parsimonia e le spezie, seppur molto presenti, si presentano in maniera discreta e mai piccante.
Per il pranzo siamo stati da Puri Giuliani, una fancy bakery affacciata sul Kura, uno dei principali fiumi del Caucaso che attraversa Tbilisi, mentre a cena da Stamba, un’ex casa editrice ora riqualificata come hotel, co-working, bar, biblioteca, negozio di fiori, ristorante fatta di elementi vintage mescolati ad un'estetica contemporanea.
Nel frattempo, tra un pasto e l’altro, abbiamo passeggiato per le stradine acciottolate del centro storico, che ospitava degli accoglienti mercatini natalizi esprimendo appieno il contrasto tra il passato e il presente di questo luogo. Nonostante l’estetica e la natura della festa ci riportassero infatti a qualcosa di molto tradizionale, la figaggine di tutti gli esercenti dei mercatini, l’offerta moderna della loro artigianalità e la musica elettronica diffusa, ci spingevano nel presente progressista di Tbilisi.
Dovete sapere che a Tbilisi divagano dirompenti una folta cultura hipster e un’impegnata scena techno. È qui che si trova il Bassiani, uno dei più famosi club techno al mondo, che oltre ad aver scoperto molti dei migliori talenti locali, è gestito da un collettivo politicamente attivo che, tra le varie cose, ha fatto partire le proteste che hanno portato alla legalizzazione della cannabis in Georgia nel 2018 e fa da amplificatore alla voce alle comunità LGBTQ+, ancora non viste di buon grado nel paese.
Noi per la notte di capodanno siamo stati al Love Bar, che si è difeso bene, quindi non ho esperienza diretta del Bassiani, ma per i clubber pare valga davvero la pena di farci un salto.
Giorno 3: Avventura Invernale a Gudauri - Sci e Paesaggi Montani
Il terzo giorno, con moolta calma, ci siamo svegliati frastornati nella calura del nostro ostellazzo over riscaldato, il puri recensito Envoy Hostel, e siamo partiti alla volta di Gudauri, a 2 ore da Tbilisi, in direzione Nord-Est. Sosta pranzo pomeridiana al Garden Restaurant, un ottimo ristorante casereccio lungo la strada dove come al solito abbiamo sottovalutato le porzioni delle portate, e al crepuscolo siamo arrivati in questa meravigliosa località sciistica georgiana.
Qui, ancor prima di checkinarci in ostello, siamo andati in un rental a fare il setup per la sciata del giorno successivo. Da Burusport (antipaticissimi) siamo riusciti a noleggiare tutto ciò che ci occorreva per sciare, considerando che viaggiando con solo lo zaino sarebbe stato difficile portare con noi anche solo il pantalone adatto. Abbiamo anche prenotato un istruttore per la prima ora della mattina, per farci fare da cicerone su questo comprensorio a noi sconosciuto.
Quanto abbiamo speso. Abbiamo speso orientativamente 110€ a persona, di cui 40 per l’attrezzatura, 50 per l’istruttore e 20 per lo skipass.
E poi siamo andati a checkinarci al Khada Hostel, un bellissimo “progetto”, come hanno voluto accuratamente chiamarlo i suoi host: una carinissima e giovanissima coppia georgiana che ha deciso di offrire qualcosa di diverso in questa località sciistica in florida espansione, resa nota al mondo qualche anno fa per quel video della seggiovia pazza. A proposito, in quell’occasione non ci sono stati morti né feriti, e si è scoperto che il macchinista che doveva fermarla era ubriaco. La viralità del video, confermando la teoria che non esiste pubblicità negativa, ha regalato a Gudauri un’impennata del flusso turistico.
Terminiamo la serata con un secondo capodanno al Black Dog, un pub dove i camerieri sono antipatici ma il cibo è buono e la musica, nel bene e nel male, è scelta dai clienti tramite un jukebox che illumina la sala.
Giorno 4: Sci e Relax a Gudauri - Esplorazione del Comprensorio Sciistico
Alle 10 del giorno successivo siamo sulle piste. Ed eravamo i primi, perché in Georgia gli impianti aprono alle 10. Ai georgiani piace svegliarsi con calma. E non solo a loro, anche ai russi, che occupano l’altra fetta più grande della disponibilità alberghiera di Gudauri, e ai Kazaki, che ne occupano qualche bocconcino finale.
Giornata soleggiata, temperatura perfetta e sciata rilassante. Le piste sono larghe e, comparato alle nostre amate piste italiane, c’è poca gente. Il comprensorio non è molto grande ma ha tutti i livelli di pista e offre accessibili e divertenti scorci da freeride. Un aspetto molto suggestivo è che questo inizia a circa 2000mt e si sviluppa fino alla vetta a 3000mt, permettendo di avere a portata d’occhio non solo le vette delle montagne adiacenti ma anche l’affaccio a strapiombo sulla valle.
Cacciati dagli impianti alle 17, ce ne siamo andati alla spa convenzionata con l’hostel, dove abbiamo recuperato qualche forza prima di tornare ad un Black Dog un po’ più scarico della sera precedente. Il motivo è semplice ed è lo stesso per cui c’era così poca gente sulle piste: in Georgia il capodanno si festeggia sia il 31 dicembre che il 1 gennaio.
Giorno 5: Viaggio nel Cuore del Vino Georgiano - Kakheti e i suoi Segreti
Sveglia presto e siamo partiti alla volta del Kakheti, la più famosa regione vinicola della Georgia. Premesso che siamo totalmente fuori stagione, abbiamo comunque trovato una cantina disposta ad aprirci le porte della sua wine cellar, la Karalashvili e a raccontarci qualcosa che dalla Georgia merita di essere raccontato.
I georgiani producono e bevono vino da almeno 8mila anni. Secondo alcune testimonianze archeologiche, il vino è stato inventato qui. Ed ancora più interessante è il fatto che la maggior parte del vino georgiano è prodotto nello stesso e identico modo degli inizi, lasciato cioè fermentare con tutte le bucce, i raspi, i semi e la polpa in delle grosse anfore di argilla chiamate qveri, riposte sotto terra. Senza nessun aggiunta di additivi, i georgiani ottengono in questo modo il cosiddetto vino “non filtrato”, amato dai cooltori del vino naturale.
Al pomeriggio torniamo a Tbilisi, per passare la serata con Saba, un caro amico georgiano conosciuto in Sri Lanka con cui ci siamo fatti le migliori surfate e le migliori ubriacate.
Saba ci ha portato prima al Il Monastero della Trasfigurazione di Tabor, sul monte Taboris-Mta, dove abbiamo avuto una prospettiva ampia sulla città, e poi allo Mtsaminda Park, un centenario parco divertimenti situato sul cucuzzolo del monte Mtatsminda, che domina la capitale georgiana.
Lì abbiamo provato qualche giostra prima di andare a cena in un ristorante del complesso Wine Factory N1, un’ex fabbrica di vino in pieno centro che ospita una serie di bar e ristoranti di ogni tipo dove, di nuovo, ci siamo scofanati tutto benissimo. Post cena abbiamo iniziato una specie di pub crawl di classe, dove abbiamo bazzicato per vari bar e club della città bevendo molti drink ma non troppi da diventare molesti prima di rintanarcene tra le braccia di Morfeo a casa di Saba per risvegliarci solo poche ore dopo e tornarcene in Italia.
Road Trip in Georgia a Capodanno: Conclusioni
Nessun finale particolare, solo qualche piccola tips sparsa.
- Tutti parlano un buon livello d’inglese.
- In Georgia si può pagare con carta anche la mancia nei bagni pubblici.
- Gli autovelox ti beccano e ti mandano la multa live sul cellulare.
- I georgiani sono belli e bravi ma è difficile fargli mangiare un’emozione.
Caro lettore viaggiatore. Spero quest’articolo ti sia stato utile. Ti ringrazio per averlo letto e ti abbraccio.
V
Negli ultimi anni, grazie anche alla natura digitale del mio lavoro che me lo permette, ho abbracciato la filosofia del viaggiare fuori stagione. Soprattutto se si parla di luoghi famosi. Quelli assolutamente vale la pena visitarli fuori stagione. Quando ci sono meno persone i luoghi si esprimono nel modo migliore e ad un prezzo più basso. Per cui per capodanno, dopo aver dribblato a piè pari un numero ingente di proposte allettanti, il mio migliore amico Bellamore Michele se ne è uscito con la Georgia, dopo aver visto questo video:
In questo post vi racconto del nostro Road trip di 5 giorni in Georgia, dal capodanno a Tbilisi ai vigneti del Kakheti passando per le piste da sci di Gudauri.
Giorno 1: Atterraggio e Scoperte Notturne a Kutaisi
Seppur un’alternativa poco eco-friendly, in Georgia, dall’Italia, per un viaggio breve, si arriva in aereo. Woohoo! Le alternative migliori hanno Roma o Milano come aeroporti di partenza e, 4 ore dopo, Kutaisi o Tbilisi come aeroporti di arrivo.
Noi siamo partiti il 30 dicembre alle 18.10 da Fiumicino e siamo atterrati alle 00.55 a Kutaisi, spostando le lancette dell’orologio in avanti di 3 ore.
AAA: avevamo noleggiato un auto all’aeroporto, dove i provider dei vari servizi sono aperti tutta la notte, ritrovandoci con la prenotazione scaduta una volta arrivati allo sportello. Errore semplice: arrivando di notte, avremmo dovuto prenotare la macchina dall’1.30 del 31 dicembre, e invece l’abbiamo prenotate dall’1.30 del 30. Pivelli. Ma non tutti i mali vengono per nuocere, fra poco vi dico perché.
Fatta un e-sim con internet illimitato per la modica cifra di 6€ (18 GEL, il cambio è 1 a 3), ci siamo ficcati in un taxi che ci ha portato in centro città, lasciandoci al solo ed unico ristorante aperto di notte, Eldepo: local, economico, buono. Non appena entrati ci sentiamo chiamare in un accento parameridiano da un ragazzo che a quanto pare ci aveva visto in aereo. Era quella del grande Giorgi, un georgiano cresciuto nella provincia di Viterbo, oggi a Kutaisi per visita al padre, tale “Tigre”, che ci ha invitato a sedere al suo tavolo ordinando contestualmente tutto quello che c’era sul menu.
Mentre Tigre, lapidario, faceva solo cenni tra il solenne ed il minatorio che ci intimavano a proseguire con la degustazione notturna di Khinkali e Khachapuri, Giorgi era eccitatissimo di fare da ponte tra la cultura Italo-Tusciana e quella Georgiana. Il ragazzo, oramai da troppo tempo in un’Italia di periferia emarginante, aveva però una visione un po’ stereotipata del suo paese d’origine. Molto simpatico ma poco istruttivo, ci ha parlato principalmente di armi, automobili e codici d’onore, regalandoci grasse risate.
Fortunatamente nei giorni a seguire abbiamo scoperto una Georgia molto diversa e avanzata rispetto ai tradizionalismi con cui tendiamo ad immaginare i paesi dell’Est.
Pernottiamo al Green Town Hotel, con una vista pazzesca sulla città e a pochi passi da una meravigliosa cattedrale.
Giorno 2: Esplorando Tbilisi - Scoperte Culinarie e Culturali nella Capitale Georgiana
Il giorno successivo rimediamo una macchina contattando su Whatsapp una ditta di noleggio locale che, a un prezzo più basso di quella mal-prenotata online sul sito di una multinazionale, ce la porta fino in albergo. Assicurazione completa, ruote invernali, brief sulle regole - scritte e non - di guida locale e siamo partiti alla volta di Tbilisi, in attesa del capodanno.
Tre ore di guida su strade ben messe immerse in paesaggi freddi e appaganti e siamo arrivati a destinazione, che da subito ci è apparsa la città con più pompe di benzina in cui abbiamo mai messo piede.
A parte l’aspetto irrilevante, devo ammettere che avevo delle aspettative molto basse su Tbilisi, e ad essere ancora più sincero non so nemmeno come me le ero costruite queste aspettative. Oltre che molto brutta, credevo che la città fosse autoritaria, ortodossa e molto filo-russa. Ma poco importa. Quelle idee sono state totalmente soppiantate da altre decisamente migliori.
Democratica e progressista, Tbilisi è una città vibrante e cosmopolita. Piazzata in un’immensa valle di montagna, la capitale georgiana ci mostra senza vergogna volti molto diversi, da quello del pittoresco centro storico a quello dei centri grattacielosi, salendo e scendendo per quartieri decadenti che hanno tutta l’aria di remoti paesini di montagna ma sono a cinque minuti dai centri metropolitani.
Il cibo a Tbilisi è la massima espressione della cucina georgiana, che ha la caratteristica di essere squisita. In particolare, e lo dico da napoletano, credo di non aver mai mangiato panificati così buoni come in Georgia. A spadroneggiare in questa categoria è sicuramente il Kachapuri, una specie pizza molto formaggiosa che si presenta in diverse forme. Tutti i piatti poi sono fondamentalmente il risultato di una sapiente manomissione di verdure, erbe, frutta e carne, dove il sale è utilizzato senza parsimonia e le spezie, seppur molto presenti, si presentano in maniera discreta e mai piccante.
Per il pranzo siamo stati da Puri Giuliani, una fancy bakery affacciata sul Kura, uno dei principali fiumi del Caucaso che attraversa Tbilisi, mentre a cena da Stamba, un’ex casa editrice ora riqualificata come hotel, co-working, bar, biblioteca, negozio di fiori, ristorante fatta di elementi vintage mescolati ad un'estetica contemporanea.
Nel frattempo, tra un pasto e l’altro, abbiamo passeggiato per le stradine acciottolate del centro storico, che ospitava degli accoglienti mercatini natalizi esprimendo appieno il contrasto tra il passato e il presente di questo luogo. Nonostante l’estetica e la natura della festa ci riportassero infatti a qualcosa di molto tradizionale, la figaggine di tutti gli esercenti dei mercatini, l’offerta moderna della loro artigianalità e la musica elettronica diffusa, ci spingevano nel presente progressista di Tbilisi.
Dovete sapere che a Tbilisi divagano dirompenti una folta cultura hipster e un’impegnata scena techno. È qui che si trova il Bassiani, uno dei più famosi club techno al mondo, che oltre ad aver scoperto molti dei migliori talenti locali, è gestito da un collettivo politicamente attivo che, tra le varie cose, ha fatto partire le proteste che hanno portato alla legalizzazione della cannabis in Georgia nel 2018 e fa da amplificatore alla voce alle comunità LGBTQ+, ancora non viste di buon grado nel paese.
Noi per la notte di capodanno siamo stati al Love Bar, che si è difeso bene, quindi non ho esperienza diretta del Bassiani, ma per i clubber pare valga davvero la pena di farci un salto.
Giorno 3: Avventura Invernale a Gudauri - Sci e Paesaggi Montani
Il terzo giorno, con moolta calma, ci siamo svegliati frastornati nella calura del nostro ostellazzo over riscaldato, il puri recensito Envoy Hostel, e siamo partiti alla volta di Gudauri, a 2 ore da Tbilisi, in direzione Nord-Est. Sosta pranzo pomeridiana al Garden Restaurant, un ottimo ristorante casereccio lungo la strada dove come al solito abbiamo sottovalutato le porzioni delle portate, e al crepuscolo siamo arrivati in questa meravigliosa località sciistica georgiana.
Qui, ancor prima di checkinarci in ostello, siamo andati in un rental a fare il setup per la sciata del giorno successivo. Da Burusport (antipaticissimi) siamo riusciti a noleggiare tutto ciò che ci occorreva per sciare, considerando che viaggiando con solo lo zaino sarebbe stato difficile portare con noi anche solo il pantalone adatto. Abbiamo anche prenotato un istruttore per la prima ora della mattina, per farci fare da cicerone su questo comprensorio a noi sconosciuto.
Quanto abbiamo speso. Abbiamo speso orientativamente 110€ a persona, di cui 40 per l’attrezzatura, 50 per l’istruttore e 20 per lo skipass.
E poi siamo andati a checkinarci al Khada Hostel, un bellissimo “progetto”, come hanno voluto accuratamente chiamarlo i suoi host: una carinissima e giovanissima coppia georgiana che ha deciso di offrire qualcosa di diverso in questa località sciistica in florida espansione, resa nota al mondo qualche anno fa per quel video della seggiovia pazza. A proposito, in quell’occasione non ci sono stati morti né feriti, e si è scoperto che il macchinista che doveva fermarla era ubriaco. La viralità del video, confermando la teoria che non esiste pubblicità negativa, ha regalato a Gudauri un’impennata del flusso turistico.
Terminiamo la serata con un secondo capodanno al Black Dog, un pub dove i camerieri sono antipatici ma il cibo è buono e la musica, nel bene e nel male, è scelta dai clienti tramite un jukebox che illumina la sala.
Giorno 4: Sci e Relax a Gudauri - Esplorazione del Comprensorio Sciistico
Alle 10 del giorno successivo siamo sulle piste. Ed eravamo i primi, perché in Georgia gli impianti aprono alle 10. Ai georgiani piace svegliarsi con calma. E non solo a loro, anche ai russi, che occupano l’altra fetta più grande della disponibilità alberghiera di Gudauri, e ai Kazaki, che ne occupano qualche bocconcino finale.
Giornata soleggiata, temperatura perfetta e sciata rilassante. Le piste sono larghe e, comparato alle nostre amate piste italiane, c’è poca gente. Il comprensorio non è molto grande ma ha tutti i livelli di pista e offre accessibili e divertenti scorci da freeride. Un aspetto molto suggestivo è che questo inizia a circa 2000mt e si sviluppa fino alla vetta a 3000mt, permettendo di avere a portata d’occhio non solo le vette delle montagne adiacenti ma anche l’affaccio a strapiombo sulla valle.
Cacciati dagli impianti alle 17, ce ne siamo andati alla spa convenzionata con l’hostel, dove abbiamo recuperato qualche forza prima di tornare ad un Black Dog un po’ più scarico della sera precedente. Il motivo è semplice ed è lo stesso per cui c’era così poca gente sulle piste: in Georgia il capodanno si festeggia sia il 31 dicembre che il 1 gennaio.
Giorno 5: Viaggio nel Cuore del Vino Georgiano - Kakheti e i suoi Segreti
Sveglia presto e siamo partiti alla volta del Kakheti, la più famosa regione vinicola della Georgia. Premesso che siamo totalmente fuori stagione, abbiamo comunque trovato una cantina disposta ad aprirci le porte della sua wine cellar, la Karalashvili e a raccontarci qualcosa che dalla Georgia merita di essere raccontato.
I georgiani producono e bevono vino da almeno 8mila anni. Secondo alcune testimonianze archeologiche, il vino è stato inventato qui. Ed ancora più interessante è il fatto che la maggior parte del vino georgiano è prodotto nello stesso e identico modo degli inizi, lasciato cioè fermentare con tutte le bucce, i raspi, i semi e la polpa in delle grosse anfore di argilla chiamate qveri, riposte sotto terra. Senza nessun aggiunta di additivi, i georgiani ottengono in questo modo il cosiddetto vino “non filtrato”, amato dai cooltori del vino naturale.
Al pomeriggio torniamo a Tbilisi, per passare la serata con Saba, un caro amico georgiano conosciuto in Sri Lanka con cui ci siamo fatti le migliori surfate e le migliori ubriacate.
Saba ci ha portato prima al Il Monastero della Trasfigurazione di Tabor, sul monte Taboris-Mta, dove abbiamo avuto una prospettiva ampia sulla città, e poi allo Mtsaminda Park, un centenario parco divertimenti situato sul cucuzzolo del monte Mtatsminda, che domina la capitale georgiana.
Lì abbiamo provato qualche giostra prima di andare a cena in un ristorante del complesso Wine Factory N1, un’ex fabbrica di vino in pieno centro che ospita una serie di bar e ristoranti di ogni tipo dove, di nuovo, ci siamo scofanati tutto benissimo. Post cena abbiamo iniziato una specie di pub crawl di classe, dove abbiamo bazzicato per vari bar e club della città bevendo molti drink ma non troppi da diventare molesti prima di rintanarcene tra le braccia di Morfeo a casa di Saba per risvegliarci solo poche ore dopo e tornarcene in Italia.
Road Trip in Georgia a Capodanno: Conclusioni
Nessun finale particolare, solo qualche piccola tips sparsa.
- Tutti parlano un buon livello d’inglese.
- In Georgia si può pagare con carta anche la mancia nei bagni pubblici.
- Gli autovelox ti beccano e ti mandano la multa live sul cellulare.
- I georgiani sono belli e bravi ma è difficile fargli mangiare un’emozione.
Caro lettore viaggiatore. Spero quest’articolo ti sia stato utile. Ti ringrazio per averlo letto e ti abbraccio.
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