Viticoltori Eroici, i Custodi delle Colline del Conegliano Valdobbiadene

Maria Cristina De Rosa
Maria Cristina De Rosa
Redazione Macondo
Maria Cristina De Rosa
Maria Cristina De Rosa
Redazione Macondo

Quando parliamo di viticoltura eroica dobbiamo prima di tutto chiarire che cosa si intende per agricoltura eroica: si tratta di un particolare tipo di agricoltura che richiede appunto uno sforzo eroico sia da parte degli agricoltori che dalle specie vegetali stesse, a causa delle peculiari condizioni ambientali in cui vengono piantate. Si tratta di una tipologia di attività di produzione che presidia la biodiversità, custodisce prodotti unici al mondo tramandando tradizioni secolari.

L’agricoltura Eroica in Italia, dalla Costiera Amalfitana all’area del Conegliano Valdobbiadene

Ci sono degli esempi in Italia di agricoltura eroica, basti pensare alla coltivazione a terrazzamenti dei limoneti in Costiera Amalfitana, oppure le lenticchie di Castelluccio di Norcia, coltivate in campi sassosi. Tuttavia, è soprattutto alla viticoltura che tale concetto si applica. Un esempio virtuoso e ben consolidato è la viticoltura eroica praticata nell’area di produzione della Denominazione Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG, che si estende nella fascia collinare della provincia di Treviso, dove un insieme di catene collinari, dalla pianura si susseguono fino alle Prealpi.

Questo territorio, che comprende 15 comuni, prende forma su un’area di circa 18.000 ettari di superficie agricola, ma solo 8. 674 ettari sono destinati alla viticoltura. La vite, infatti, è coltivata solamente nella parte più soleggiata dei colli, ad un’altitudine compresa tra i 50 e i 500 metri sul livello del mare, mentre il versante nord è spesso ricoperto da boschi.

Quando parliamo dell’area di produzione della Denominazione Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG dobbiamo tener conto che è suddivisa in ben 43 aree distinte, dette Rive, ciascuna con una propria denominazione, specifiche condizioni del terreno, metodi di raccolta manuale, particolarità del clima, così da rendere uniche le caratteristiche sensoriali del prodotto finale.

La forte pendenza delle colline rende molto difficile la meccanizzazione delle operazioni di coltivazione. Nei vigneti con maggiore pendenza, le ore di lavoro richieste sono molto elevate (circa 800 ore per ciascuno) perché tutte le attività, devono essere svolte a mano, inoltre bisogna considerare extra la manutenzione dei ciglioni (zone del terreno a margine dei vigneti).

Tutto questo è possibile grazie all’esemplare lavoro dei viticoltori che hanno il difficile compito di portare avanti questo tipo di agricoltura, preservando la bellezza del territorio e la natura.

Anno 2019: Arriva il Riconoscimento dell’UNESCO

L’alternarsi dei vigneti con le zone boschive consente di mantenere in equilibrio l’ecosistema, che è stato plasmato nel tempo dal lavoro dei viticoltori. Coltivare queste colline, infatti, non significa solo produrre uva, ma anche mettere al primo posto la salvaguardia del paesaggio, riducendo il rischio di smottamenti ed erosioni. Ciò ha fortemente premiato il territorio sotto tanti punti vista, uno fra tutti, il più prestigioso e importante, è stato il  Riconoscimento come Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 2019, per le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, dopo un lungo iter iniziato nel 2008.

Il microclima e le Buone Pratiche di Coltivazione

In agricoltura si sa, i fattori climatici sono determinanti. Per questo la posizione delle colline del Conegliano Valdobbiadene, tra il mare e le Prealpi, garantisce un clima temperato con stagioni ben definite, caratterizzato da un’inversione termica notturna che consente di avere, nel periodo di maturazione delle uve, marcate escursioni di temperatura tra la notte e il giorno, con effetti positivi sulla maturazione degli acini. Non dimentichiamo, tra l’altro, il ruolo determinante dell’altitudine e quindi le numerose realtà microclimatiche che si creano nelle 43 Rive, a cui corrispondono produzione con distinti caratteri organolettici.

Mentre, le piogge frequenti nel periodo estivo, oltre a mitigare la temperatura, garantiscono alla vite una buona disponibilità idrica durante le fasi di crescita dei germogli e maturazione dei grappoli.

Come si Gestisce un Vigneto Sostenibile

Le intenzioni e gli obiettivi comuni tra viticoltori e aziende hanno dato frutto dal 2011 a un Protocollo Viticolo, un vademecum sulle buone pratiche sostenibili per la corretta gestione del vigneto, aggiornato constantemente negli anni, supportando e indirizzando i viticoltori verso pratiche sempre più compatibili alla difesa della vite.

All’interno del protocollo viene posto l’accento su:

  • la gestione del suolo orientata a migliorare il contenuto in sostanza organica per garantire un maggior equilibrio della pianta e renderla meno idonea allo sviluppo di malattie;
  • la gestione idrica attraverso l’utilizzo di sistemi di irrigazione e sensori che consentono di ottimizzare l’utilizzo dell’acqua;
  • la valorizzazione dei sottoprodotti che mira al recupero e alla valorizzazione di materiali di scarto derivanti dalle operazioni di coltivazione;
  • la tutela della biodiversità e del paesaggio con l’adozione di strategie volte alla conservazione del patrimonio viticolo e ambientale.

Durante l’Expedition del 25 Aprile in Valdobbiadene, guidati dal nostro Contadino del Mondo Roberto Canestrini, vedremo da vicino la pratica della viticoltura eroica!

Quando parliamo di viticoltura eroica dobbiamo prima di tutto chiarire che cosa si intende per agricoltura eroica: si tratta di un particolare tipo di agricoltura che richiede appunto uno sforzo eroico sia da parte degli agricoltori che dalle specie vegetali stesse, a causa delle peculiari condizioni ambientali in cui vengono piantate. Si tratta di una tipologia di attività di produzione che presidia la biodiversità, custodisce prodotti unici al mondo tramandando tradizioni secolari.

L’agricoltura Eroica in Italia, dalla Costiera Amalfitana all’area del Conegliano Valdobbiadene

Ci sono degli esempi in Italia di agricoltura eroica, basti pensare alla coltivazione a terrazzamenti dei limoneti in Costiera Amalfitana, oppure le lenticchie di Castelluccio di Norcia, coltivate in campi sassosi. Tuttavia, è soprattutto alla viticoltura che tale concetto si applica. Un esempio virtuoso e ben consolidato è la viticoltura eroica praticata nell’area di produzione della Denominazione Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG, che si estende nella fascia collinare della provincia di Treviso, dove un insieme di catene collinari, dalla pianura si susseguono fino alle Prealpi.

Questo territorio, che comprende 15 comuni, prende forma su un’area di circa 18.000 ettari di superficie agricola, ma solo 8. 674 ettari sono destinati alla viticoltura. La vite, infatti, è coltivata solamente nella parte più soleggiata dei colli, ad un’altitudine compresa tra i 50 e i 500 metri sul livello del mare, mentre il versante nord è spesso ricoperto da boschi.

Quando parliamo dell’area di produzione della Denominazione Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG dobbiamo tener conto che è suddivisa in ben 43 aree distinte, dette Rive, ciascuna con una propria denominazione, specifiche condizioni del terreno, metodi di raccolta manuale, particolarità del clima, così da rendere uniche le caratteristiche sensoriali del prodotto finale.

La forte pendenza delle colline rende molto difficile la meccanizzazione delle operazioni di coltivazione. Nei vigneti con maggiore pendenza, le ore di lavoro richieste sono molto elevate (circa 800 ore per ciascuno) perché tutte le attività, devono essere svolte a mano, inoltre bisogna considerare extra la manutenzione dei ciglioni (zone del terreno a margine dei vigneti).

Tutto questo è possibile grazie all’esemplare lavoro dei viticoltori che hanno il difficile compito di portare avanti questo tipo di agricoltura, preservando la bellezza del territorio e la natura.

Anno 2019: Arriva il Riconoscimento dell’UNESCO

L’alternarsi dei vigneti con le zone boschive consente di mantenere in equilibrio l’ecosistema, che è stato plasmato nel tempo dal lavoro dei viticoltori. Coltivare queste colline, infatti, non significa solo produrre uva, ma anche mettere al primo posto la salvaguardia del paesaggio, riducendo il rischio di smottamenti ed erosioni. Ciò ha fortemente premiato il territorio sotto tanti punti vista, uno fra tutti, il più prestigioso e importante, è stato il  Riconoscimento come Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 2019, per le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, dopo un lungo iter iniziato nel 2008.

Il microclima e le Buone Pratiche di Coltivazione

In agricoltura si sa, i fattori climatici sono determinanti. Per questo la posizione delle colline del Conegliano Valdobbiadene, tra il mare e le Prealpi, garantisce un clima temperato con stagioni ben definite, caratterizzato da un’inversione termica notturna che consente di avere, nel periodo di maturazione delle uve, marcate escursioni di temperatura tra la notte e il giorno, con effetti positivi sulla maturazione degli acini. Non dimentichiamo, tra l’altro, il ruolo determinante dell’altitudine e quindi le numerose realtà microclimatiche che si creano nelle 43 Rive, a cui corrispondono produzione con distinti caratteri organolettici.

Mentre, le piogge frequenti nel periodo estivo, oltre a mitigare la temperatura, garantiscono alla vite una buona disponibilità idrica durante le fasi di crescita dei germogli e maturazione dei grappoli.

Come si Gestisce un Vigneto Sostenibile

Le intenzioni e gli obiettivi comuni tra viticoltori e aziende hanno dato frutto dal 2011 a un Protocollo Viticolo, un vademecum sulle buone pratiche sostenibili per la corretta gestione del vigneto, aggiornato constantemente negli anni, supportando e indirizzando i viticoltori verso pratiche sempre più compatibili alla difesa della vite.

All’interno del protocollo viene posto l’accento su:

  • la gestione del suolo orientata a migliorare il contenuto in sostanza organica per garantire un maggior equilibrio della pianta e renderla meno idonea allo sviluppo di malattie;
  • la gestione idrica attraverso l’utilizzo di sistemi di irrigazione e sensori che consentono di ottimizzare l’utilizzo dell’acqua;
  • la valorizzazione dei sottoprodotti che mira al recupero e alla valorizzazione di materiali di scarto derivanti dalle operazioni di coltivazione;
  • la tutela della biodiversità e del paesaggio con l’adozione di strategie volte alla conservazione del patrimonio viticolo e ambientale.

Durante l’Expedition del 25 Aprile in Valdobbiadene, guidati dal nostro Contadino del Mondo Roberto Canestrini, vedremo da vicino la pratica della viticoltura eroica!

Quando parliamo di viticoltura eroica dobbiamo prima di tutto chiarire che cosa si intende per agricoltura eroica: si tratta di un particolare tipo di agricoltura che richiede appunto uno sforzo eroico sia da parte degli agricoltori che dalle specie vegetali stesse, a causa delle peculiari condizioni ambientali in cui vengono piantate. Si tratta di una tipologia di attività di produzione che presidia la biodiversità, custodisce prodotti unici al mondo tramandando tradizioni secolari.

L’agricoltura Eroica in Italia, dalla Costiera Amalfitana all’area del Conegliano Valdobbiadene

Ci sono degli esempi in Italia di agricoltura eroica, basti pensare alla coltivazione a terrazzamenti dei limoneti in Costiera Amalfitana, oppure le lenticchie di Castelluccio di Norcia, coltivate in campi sassosi. Tuttavia, è soprattutto alla viticoltura che tale concetto si applica. Un esempio virtuoso e ben consolidato è la viticoltura eroica praticata nell’area di produzione della Denominazione Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG, che si estende nella fascia collinare della provincia di Treviso, dove un insieme di catene collinari, dalla pianura si susseguono fino alle Prealpi.

Questo territorio, che comprende 15 comuni, prende forma su un’area di circa 18.000 ettari di superficie agricola, ma solo 8. 674 ettari sono destinati alla viticoltura. La vite, infatti, è coltivata solamente nella parte più soleggiata dei colli, ad un’altitudine compresa tra i 50 e i 500 metri sul livello del mare, mentre il versante nord è spesso ricoperto da boschi.

Quando parliamo dell’area di produzione della Denominazione Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG dobbiamo tener conto che è suddivisa in ben 43 aree distinte, dette Rive, ciascuna con una propria denominazione, specifiche condizioni del terreno, metodi di raccolta manuale, particolarità del clima, così da rendere uniche le caratteristiche sensoriali del prodotto finale.

La forte pendenza delle colline rende molto difficile la meccanizzazione delle operazioni di coltivazione. Nei vigneti con maggiore pendenza, le ore di lavoro richieste sono molto elevate (circa 800 ore per ciascuno) perché tutte le attività, devono essere svolte a mano, inoltre bisogna considerare extra la manutenzione dei ciglioni (zone del terreno a margine dei vigneti).

Tutto questo è possibile grazie all’esemplare lavoro dei viticoltori che hanno il difficile compito di portare avanti questo tipo di agricoltura, preservando la bellezza del territorio e la natura.

Anno 2019: Arriva il Riconoscimento dell’UNESCO

L’alternarsi dei vigneti con le zone boschive consente di mantenere in equilibrio l’ecosistema, che è stato plasmato nel tempo dal lavoro dei viticoltori. Coltivare queste colline, infatti, non significa solo produrre uva, ma anche mettere al primo posto la salvaguardia del paesaggio, riducendo il rischio di smottamenti ed erosioni. Ciò ha fortemente premiato il territorio sotto tanti punti vista, uno fra tutti, il più prestigioso e importante, è stato il  Riconoscimento come Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 2019, per le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, dopo un lungo iter iniziato nel 2008.

Il microclima e le Buone Pratiche di Coltivazione

In agricoltura si sa, i fattori climatici sono determinanti. Per questo la posizione delle colline del Conegliano Valdobbiadene, tra il mare e le Prealpi, garantisce un clima temperato con stagioni ben definite, caratterizzato da un’inversione termica notturna che consente di avere, nel periodo di maturazione delle uve, marcate escursioni di temperatura tra la notte e il giorno, con effetti positivi sulla maturazione degli acini. Non dimentichiamo, tra l’altro, il ruolo determinante dell’altitudine e quindi le numerose realtà microclimatiche che si creano nelle 43 Rive, a cui corrispondono produzione con distinti caratteri organolettici.

Mentre, le piogge frequenti nel periodo estivo, oltre a mitigare la temperatura, garantiscono alla vite una buona disponibilità idrica durante le fasi di crescita dei germogli e maturazione dei grappoli.

Come si Gestisce un Vigneto Sostenibile

Le intenzioni e gli obiettivi comuni tra viticoltori e aziende hanno dato frutto dal 2011 a un Protocollo Viticolo, un vademecum sulle buone pratiche sostenibili per la corretta gestione del vigneto, aggiornato constantemente negli anni, supportando e indirizzando i viticoltori verso pratiche sempre più compatibili alla difesa della vite.

All’interno del protocollo viene posto l’accento su:

  • la gestione del suolo orientata a migliorare il contenuto in sostanza organica per garantire un maggior equilibrio della pianta e renderla meno idonea allo sviluppo di malattie;
  • la gestione idrica attraverso l’utilizzo di sistemi di irrigazione e sensori che consentono di ottimizzare l’utilizzo dell’acqua;
  • la valorizzazione dei sottoprodotti che mira al recupero e alla valorizzazione di materiali di scarto derivanti dalle operazioni di coltivazione;
  • la tutela della biodiversità e del paesaggio con l’adozione di strategie volte alla conservazione del patrimonio viticolo e ambientale.

Durante l’Expedition del 25 Aprile in Valdobbiadene, guidati dal nostro Contadino del Mondo Roberto Canestrini, vedremo da vicino la pratica della viticoltura eroica!

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