Come Combattere l’Overtourism e Diventare Viaggiatori e Persone Migliori

Giulia Zanetta
Giulia Zanetta
Redazione Macondo
Giulia Zanetta
Giulia Zanetta
Redazione Macondo

Il termine Overtourism può essere tradotto come sovraffollamento turistico in determinate località vacanziere, come moltissime capitali europee.

È un fenomeno che sta colpendo diverse realtà negli ultimi anni e che ha subito l’influenza dei social e del loro potere di indirizzare masse di persone verso una determinata meta, identificata come instagrammabile.

Questo fenomeno prevede un’eccessiva quantità di persone che affollano, soprattutto in determinati periodi dell’anno, alcune mete o città rendendo il turismo locale insostenibile, in termini ambientali oltre che economici.

Con questa modalità di viaggio sono stati irrevocabilmente danneggiati ecosistemi naturali che rappresentavano dei veri e proprio paradisi terrestri e non sono più riconoscibili come tali, ma ha colpito anche città che si sono completamente svuotate dei loro veri abitanti.

Le persone, infatti, vengono sfrattate dalle proprie case e appartamenti nel centro della città dai proprietari, che preferiscono metterli in affitto per poco tempo ai visitatori. Questo comporta un continuo ricambio che non permette la costruzione di una comunità, la chiusura di negozi tradizionali portati avanti da generazioni, l’impossibilità di incontrare facce conosciute nelle piazze, l’assenza di artigiani o liberi professionisti perché i turisti non ne necessitano.

Che cosa significa? Il progressivo aumento di questo fenomeno svuota le città e le priva della loro unicità e anche dalle persone che la vivono quotidianamente.

“Tourist Go Home”: Il Caso di Malaga

Nel 2023 sono stati registrati 14 milioni di visitatori a Malaga.La città spagnola, molto gettonata per il suo basso costo della vita e il clima favorevole tutto l’anno è ormai cosparsa nei suoi luoghi più iconici con frasi come “Turisti tornatevene a casa”, “Questa era la mia casa” o ancora “Prima questo era centro”: dei veri e propri messaggi di rabbia rivolti a quelle masse di turisti che arrivano ogni giorno.

Molte persone hanno dovuto lasciare le proprie case e i propri luoghi in favore di un turismo non sostenibile e degradante per la città che amano, e questo alimenta la rabbia nei confronti di chi quei posti li visita per pochi giorni e si limita a scattarci una foto ricordo.

Proprio a fronte di queste problematiche sono nati dei veri movimenti di protesta, guidati inizialmente dal gestore di un bar del centro, Dani Drunko, che in prima persona è stato sfrattato dalla casa in cui viveva da oltre dieci anni.

Drunko ha chiesto la vicinanza dei suoi concittadini, per le strade e sui social, per contrastare questo fenomeno ed evidenziare le conseguenze disastrose a cui un turismo non consapevole può portare.

La Soluzione È Il Destination Duping

Un buon modo per combattere l’overtourism e per diventare viaggiatori più consapevoli può essere quello di puntare sulle Destination Duping: mete meno conosciute e per questo meno soggette a turismo, ma che possono rappresentare una vera scoperta!

Nessuno scredita Sydney, ma perché limitarsi ad essa quando l’Australia è un paese bellissimo nella sua interezza?

Questo e altri esempi possono essere utili a comprendere che il mondo è enormemente vasto e può valere la pena esplorare paesi meno conosciuti ma che magari necessitano anche un sostegno economico da parte del settore terziario.

Ecco quindi a voi alcuni esempi di Destination Duping:

  • Taipei invece che Seul;
  • Perth invece che Sydney;
  • Birmingham invece che Londra;
  • Würzburg invece che Berlino;
  • Lille invece che Parigi

Cosa Si Può Fare di Concreto?

Oltre a puntare sulle mete meno conosciute, si può adottare qualche semplice accorgimento per cambiare, in favore del nostro paese, la nostra concezione di viaggio. Vediamo insieme quali:

  • Conoscere il Paese che si vuole visitare e non limitarsi alle città più famose può essere un primo passo;
  • Chiedere informazioni a qualcuno che si conosce e di cui ci si fida se ha già avuto modo di visitare il posto che stiamo considerando. Spesso le mete più famose possono discostarsi dalle aspettative e risultare in alcuni casi deludenti, puntare su una destinazione meno conosciuta ma più vicina ai nostri gusti può solo che giovare a nostro favore, oltre che del pianeta.
  • Organizzare la vacanza con delle modalità meno convenzionali: se la città in questione è al primo posto nella nostra lista dei desideri, non sarà necessario proibirsi di visitarla. Ad esempio si può utilizzare un camper per gli spostamenti, così da essere autosufficienti per la notte e non appoggiarsi necessariamente a B&B o Hotel.  Allo stesso modo la meta può essere inserita in un itinerario che comprende più tappe, così facendo si può decidere di fermarsi per la notte in località meno conosciute e quindi più tranquille ed economiche.

Insomma, le soluzioni contro l’Overtourism possono essere diverse, basta scegliere quella che si adatta di più alla nostra idea di viaggio e rendere l’esperienza più piacevole possibile.

Primo risveglio a bordo del nostro camper

Viaggiare Ma Mettendo al Primo Posto il Pianeta

Viaggiare è un’esperienza bellissima e arricchente, ma deve anche poter essere sostenibile per il pianeta che ci ospita.

Quando si decide di visitare un luogo, una città, un paese, è sempre necessario tenere a mente che per noi è una vacanza, mentre per qualcun altro è quotidianità, la propria casa, il posto in cui è cresciuto e che vive tutti i giorni, perciò deve essere rispettato e preservato.

Scegliere mete meno affollate (e costose) può giocare a nostro favore, facendoci conoscere luoghi mai presi in considerazione ma in grado di lasciarci senza parole, e allo stesso tempo renderci viaggiatori e persone migliori

Il termine Overtourism può essere tradotto come sovraffollamento turistico in determinate località vacanziere, come moltissime capitali europee.

È un fenomeno che sta colpendo diverse realtà negli ultimi anni e che ha subito l’influenza dei social e del loro potere di indirizzare masse di persone verso una determinata meta, identificata come instagrammabile.

Questo fenomeno prevede un’eccessiva quantità di persone che affollano, soprattutto in determinati periodi dell’anno, alcune mete o città rendendo il turismo locale insostenibile, in termini ambientali oltre che economici.

Con questa modalità di viaggio sono stati irrevocabilmente danneggiati ecosistemi naturali che rappresentavano dei veri e proprio paradisi terrestri e non sono più riconoscibili come tali, ma ha colpito anche città che si sono completamente svuotate dei loro veri abitanti.

Le persone, infatti, vengono sfrattate dalle proprie case e appartamenti nel centro della città dai proprietari, che preferiscono metterli in affitto per poco tempo ai visitatori. Questo comporta un continuo ricambio che non permette la costruzione di una comunità, la chiusura di negozi tradizionali portati avanti da generazioni, l’impossibilità di incontrare facce conosciute nelle piazze, l’assenza di artigiani o liberi professionisti perché i turisti non ne necessitano.

Che cosa significa? Il progressivo aumento di questo fenomeno svuota le città e le priva della loro unicità e anche dalle persone che la vivono quotidianamente.

“Tourist Go Home”: Il Caso di Malaga

Nel 2023 sono stati registrati 14 milioni di visitatori a Malaga.La città spagnola, molto gettonata per il suo basso costo della vita e il clima favorevole tutto l’anno è ormai cosparsa nei suoi luoghi più iconici con frasi come “Turisti tornatevene a casa”, “Questa era la mia casa” o ancora “Prima questo era centro”: dei veri e propri messaggi di rabbia rivolti a quelle masse di turisti che arrivano ogni giorno.

Molte persone hanno dovuto lasciare le proprie case e i propri luoghi in favore di un turismo non sostenibile e degradante per la città che amano, e questo alimenta la rabbia nei confronti di chi quei posti li visita per pochi giorni e si limita a scattarci una foto ricordo.

Proprio a fronte di queste problematiche sono nati dei veri movimenti di protesta, guidati inizialmente dal gestore di un bar del centro, Dani Drunko, che in prima persona è stato sfrattato dalla casa in cui viveva da oltre dieci anni.

Drunko ha chiesto la vicinanza dei suoi concittadini, per le strade e sui social, per contrastare questo fenomeno ed evidenziare le conseguenze disastrose a cui un turismo non consapevole può portare.

La Soluzione È Il Destination Duping

Un buon modo per combattere l’overtourism e per diventare viaggiatori più consapevoli può essere quello di puntare sulle Destination Duping: mete meno conosciute e per questo meno soggette a turismo, ma che possono rappresentare una vera scoperta!

Nessuno scredita Sydney, ma perché limitarsi ad essa quando l’Australia è un paese bellissimo nella sua interezza?

Questo e altri esempi possono essere utili a comprendere che il mondo è enormemente vasto e può valere la pena esplorare paesi meno conosciuti ma che magari necessitano anche un sostegno economico da parte del settore terziario.

Ecco quindi a voi alcuni esempi di Destination Duping:

  • Taipei invece che Seul;
  • Perth invece che Sydney;
  • Birmingham invece che Londra;
  • Würzburg invece che Berlino;
  • Lille invece che Parigi

Cosa Si Può Fare di Concreto?

Oltre a puntare sulle mete meno conosciute, si può adottare qualche semplice accorgimento per cambiare, in favore del nostro paese, la nostra concezione di viaggio. Vediamo insieme quali:

  • Conoscere il Paese che si vuole visitare e non limitarsi alle città più famose può essere un primo passo;
  • Chiedere informazioni a qualcuno che si conosce e di cui ci si fida se ha già avuto modo di visitare il posto che stiamo considerando. Spesso le mete più famose possono discostarsi dalle aspettative e risultare in alcuni casi deludenti, puntare su una destinazione meno conosciuta ma più vicina ai nostri gusti può solo che giovare a nostro favore, oltre che del pianeta.
  • Organizzare la vacanza con delle modalità meno convenzionali: se la città in questione è al primo posto nella nostra lista dei desideri, non sarà necessario proibirsi di visitarla. Ad esempio si può utilizzare un camper per gli spostamenti, così da essere autosufficienti per la notte e non appoggiarsi necessariamente a B&B o Hotel.  Allo stesso modo la meta può essere inserita in un itinerario che comprende più tappe, così facendo si può decidere di fermarsi per la notte in località meno conosciute e quindi più tranquille ed economiche.

Insomma, le soluzioni contro l’Overtourism possono essere diverse, basta scegliere quella che si adatta di più alla nostra idea di viaggio e rendere l’esperienza più piacevole possibile.

Primo risveglio a bordo del nostro camper

Viaggiare Ma Mettendo al Primo Posto il Pianeta

Viaggiare è un’esperienza bellissima e arricchente, ma deve anche poter essere sostenibile per il pianeta che ci ospita.

Quando si decide di visitare un luogo, una città, un paese, è sempre necessario tenere a mente che per noi è una vacanza, mentre per qualcun altro è quotidianità, la propria casa, il posto in cui è cresciuto e che vive tutti i giorni, perciò deve essere rispettato e preservato.

Scegliere mete meno affollate (e costose) può giocare a nostro favore, facendoci conoscere luoghi mai presi in considerazione ma in grado di lasciarci senza parole, e allo stesso tempo renderci viaggiatori e persone migliori

Il termine Overtourism può essere tradotto come sovraffollamento turistico in determinate località vacanziere, come moltissime capitali europee.

È un fenomeno che sta colpendo diverse realtà negli ultimi anni e che ha subito l’influenza dei social e del loro potere di indirizzare masse di persone verso una determinata meta, identificata come instagrammabile.

Questo fenomeno prevede un’eccessiva quantità di persone che affollano, soprattutto in determinati periodi dell’anno, alcune mete o città rendendo il turismo locale insostenibile, in termini ambientali oltre che economici.

Con questa modalità di viaggio sono stati irrevocabilmente danneggiati ecosistemi naturali che rappresentavano dei veri e proprio paradisi terrestri e non sono più riconoscibili come tali, ma ha colpito anche città che si sono completamente svuotate dei loro veri abitanti.

Le persone, infatti, vengono sfrattate dalle proprie case e appartamenti nel centro della città dai proprietari, che preferiscono metterli in affitto per poco tempo ai visitatori. Questo comporta un continuo ricambio che non permette la costruzione di una comunità, la chiusura di negozi tradizionali portati avanti da generazioni, l’impossibilità di incontrare facce conosciute nelle piazze, l’assenza di artigiani o liberi professionisti perché i turisti non ne necessitano.

Che cosa significa? Il progressivo aumento di questo fenomeno svuota le città e le priva della loro unicità e anche dalle persone che la vivono quotidianamente.

“Tourist Go Home”: Il Caso di Malaga

Nel 2023 sono stati registrati 14 milioni di visitatori a Malaga.La città spagnola, molto gettonata per il suo basso costo della vita e il clima favorevole tutto l’anno è ormai cosparsa nei suoi luoghi più iconici con frasi come “Turisti tornatevene a casa”, “Questa era la mia casa” o ancora “Prima questo era centro”: dei veri e propri messaggi di rabbia rivolti a quelle masse di turisti che arrivano ogni giorno.

Molte persone hanno dovuto lasciare le proprie case e i propri luoghi in favore di un turismo non sostenibile e degradante per la città che amano, e questo alimenta la rabbia nei confronti di chi quei posti li visita per pochi giorni e si limita a scattarci una foto ricordo.

Proprio a fronte di queste problematiche sono nati dei veri movimenti di protesta, guidati inizialmente dal gestore di un bar del centro, Dani Drunko, che in prima persona è stato sfrattato dalla casa in cui viveva da oltre dieci anni.

Drunko ha chiesto la vicinanza dei suoi concittadini, per le strade e sui social, per contrastare questo fenomeno ed evidenziare le conseguenze disastrose a cui un turismo non consapevole può portare.

La Soluzione È Il Destination Duping

Un buon modo per combattere l’overtourism e per diventare viaggiatori più consapevoli può essere quello di puntare sulle Destination Duping: mete meno conosciute e per questo meno soggette a turismo, ma che possono rappresentare una vera scoperta!

Nessuno scredita Sydney, ma perché limitarsi ad essa quando l’Australia è un paese bellissimo nella sua interezza?

Questo e altri esempi possono essere utili a comprendere che il mondo è enormemente vasto e può valere la pena esplorare paesi meno conosciuti ma che magari necessitano anche un sostegno economico da parte del settore terziario.

Ecco quindi a voi alcuni esempi di Destination Duping:

  • Taipei invece che Seul;
  • Perth invece che Sydney;
  • Birmingham invece che Londra;
  • Würzburg invece che Berlino;
  • Lille invece che Parigi

Cosa Si Può Fare di Concreto?

Oltre a puntare sulle mete meno conosciute, si può adottare qualche semplice accorgimento per cambiare, in favore del nostro paese, la nostra concezione di viaggio. Vediamo insieme quali:

  • Conoscere il Paese che si vuole visitare e non limitarsi alle città più famose può essere un primo passo;
  • Chiedere informazioni a qualcuno che si conosce e di cui ci si fida se ha già avuto modo di visitare il posto che stiamo considerando. Spesso le mete più famose possono discostarsi dalle aspettative e risultare in alcuni casi deludenti, puntare su una destinazione meno conosciuta ma più vicina ai nostri gusti può solo che giovare a nostro favore, oltre che del pianeta.
  • Organizzare la vacanza con delle modalità meno convenzionali: se la città in questione è al primo posto nella nostra lista dei desideri, non sarà necessario proibirsi di visitarla. Ad esempio si può utilizzare un camper per gli spostamenti, così da essere autosufficienti per la notte e non appoggiarsi necessariamente a B&B o Hotel.  Allo stesso modo la meta può essere inserita in un itinerario che comprende più tappe, così facendo si può decidere di fermarsi per la notte in località meno conosciute e quindi più tranquille ed economiche.

Insomma, le soluzioni contro l’Overtourism possono essere diverse, basta scegliere quella che si adatta di più alla nostra idea di viaggio e rendere l’esperienza più piacevole possibile.

Primo risveglio a bordo del nostro camper

Viaggiare Ma Mettendo al Primo Posto il Pianeta

Viaggiare è un’esperienza bellissima e arricchente, ma deve anche poter essere sostenibile per il pianeta che ci ospita.

Quando si decide di visitare un luogo, una città, un paese, è sempre necessario tenere a mente che per noi è una vacanza, mentre per qualcun altro è quotidianità, la propria casa, il posto in cui è cresciuto e che vive tutti i giorni, perciò deve essere rispettato e preservato.

Scegliere mete meno affollate (e costose) può giocare a nostro favore, facendoci conoscere luoghi mai presi in considerazione ma in grado di lasciarci senza parole, e allo stesso tempo renderci viaggiatori e persone migliori

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