Popoli e Culture
1/10/2024

Cambogia: la Vita nei Villaggi Galleggianti

Giulia Malgarotto
Giulia Malgarotto
Redazione Macondo
Giulia Malgarotto
Giulia Malgarotto
Redazione Macondo

Ci sono popolazioni che da sempre hanno trovato il modo di vivere in armonia con l’ambiente che li circonda e di adattarsi a situazioni estreme e poco favorevoli alla presenza dell’uomo. In Cambogia, nel lago di Tonle Sap, ci sono ancora oggi villaggi galleggianti che regolano la propria vita in accordo con il ritmo delle acque del fiume Mekong. Vi racconto un po’ il villaggio di Kampong Phluk.

Giulia Malgarotto

La Simbiosi tra il Ritmo delle Acque e la Vita dei Locali

Le case costruite su palafitte permettono alla comunità del villaggio di poter permanere anche durante la stagione monsonica, quando il livello dell’acqua sale di diversi metri e gran parte della terra circostante viene sommersa.

Il lago Tonle Sap in lingua locale significa “grande fiume”; è un grande bacino idrico di acqua dolce alimentato dal fiume omonimo che fluisce nel Mekong. Il lago è davvero immenso, tanto che percorrendolo si ha la sensazione di essere più in un mare che in un lago, e una volta addentrati vedere le sponde diventa da tutti i lati impossibile. Durante le piogge il Mekong si gonfia e per un particolare fenomeno il flusso dell’acqua si inverte e dal fiume “rientra” nel lago, aumentando la superficie anche di cinque o sei volte.

Con la stagione secca invece il villaggio diventa un intreccio affascinante di scale, banchine e passerelle; le persone possono tranquillamente camminare e non hanno necessità di spostarsi con le imbarcazioni. Ma è proprio durante la stagione delle piogge che i villaggi diventano peculiari e unici: vi consiglio infatti di andare a vederli proprio in questo periodo. Da maggio a fine ottobre la pioggia comincia a essere più copiosa e l’acqua inizia a ricoprire gran parte del territorio; le palafitte, che fino a poco tempo prima rimanevano scoperte e visibili, svaniscono e le case sembrano fluttuare sulla superficie del lago. L’odore del pesce appena pescato e della pioggia ci accompagna nei piccoli canali circondati dalle case dipinte con colori brillanti, in perfetto contrasto con il colore fangoso dell’acqua che caratterizza questo periodo dell’anno. L’unico mezzo per spostarsi diventa la canoa o la barca: le piccole imbarcazioni, infatti, spuntano da tutte le direzioni e i locali tra loro si salutano e scambiano qualche frase, tutti si conoscono e la condivisione è parte fondamentale della loro quotidianità.

Giulia Malgarotto
Giulia Malagarotto

Il Rapporto con l’Acqua: una Relazione che Inizia dalla Nascita

Nei villaggi più grandi è possibile trovare anche scuole, dentisti, e negozi, e non è strano vedere bambini anche molto piccoli che si spostano da soli in barca. Qui infatti la relazione con l’acqua inizia fin dalla nascita, e diventa un elemento fondamentale da conoscere e di cui presto si comprendono il valore e l’importanza. Le abitudini delle popolazioni che vivono sul lago sono infatti strettamente legate all’ambiente naturale. Sulle sponde del lago le persone vivono, pescano, studiano, pregano e svolgono tutte le attività della giornata.

Le comunità locali traggono dal lago tutto ciò di cui necessitano, vivendo prevalentemente di pesca (soprattutto pesca di cattura, poco selettiva e quindi con impatto maggiore nell’ambiente), fonte fondamentale per lo sviluppo economico sociale e per il sostentamento. La pesca che viene effettuata in questo lago rappresenta infatti il 60% del totale complessivo interno in Cambogia, una percentuale altissima. Proprio per la sua biodiversità il Tonle Sap è stato dichiarato riserva della biosfera dall’Unesco nel 1997 ed è uno degli ecosistemi più produttivi e ricchi di tutto il sud-est asiatico.

La maggior parte della comunità vorrebbe trovare dei mezzi di sussistenza sostenibili alternativi che permettano così la conservazione del territorio, della riserva della biosfera e di conseguenza della vita degli abitanti. Un limite e una sfida per raggiungere questi obiettivi sono però sicuramente le poche opportunità economiche, la mancanza di infrastrutture essenziali, l’assenza di un sistema di smaltimento dei rifiuti e la carenza di beni di prima necessità come poca elettricità e acqua pulita.

Un’altra attività di sussistenza è ovviamente il turismo; i vari villaggi, infatti, durante la stagione delle piogge si dividono i giorni per poter portare i turisti in visita. Gli uomini che non si occupano della pesca sono impegnati nel trasporto dei turisti intorno al villaggio mentre le donne fanno scoprire con piccole imbarcazioni l’interno della foresta di mangrovie, uno spettacolo unico, in cui gli alberi sembrano fluttuare e l’unico rumore che ti circonda è quello emesso dallo scivolio della barca sulla superficie dell’acqua; sembra di essere in un mondo alieno e merita davvero la pena vederlo.

Giulia Malagarotto

Un Equilibrio Fragile da Custodire

Purtroppo, essendo questa una realtà molto delicata, basta molto poco perché l’equilibrio si danneggi. I cambiamenti climatici, l’intervento dell’uomo e l’inquinamento rendono più critica e a rischio la vita dei villaggi galleggianti. Come in molte altre parti del mondo, anche qui si sono verificate negli ultimi anni situazioni di estrema siccità che hanno portato non solo all’isolamento di questi villaggi, ma anche e soprattutto alla limitazione della quantità di cibo a disposizione. Oltre a queste problematiche, come succede nella maggior parte delle volte in queste realtà, i giovani che hanno la fortuna di studiare cercano poi di rimanere nelle grandi città dove le possibilità lavorative e le prospettive di vita sono più allettanti e di conseguenza i villaggi tendono a essere sempre meno popolati.

I villaggi galleggianti e chi ci vive sono una realtà importante da custodire e proteggere come qualcosa di prezioso. Realtà come queste stanno diventando qualcosa di sempre più raro e sempre più minacciato da troppi fattori. Sostenerli con il proprio contributo visitandoli con la curiosità di conoscere e capire e con il massimo rispetto può essere un aiuto importante nelle vite dei locali e un modo per contribuire al garantire l’esistenza di questi villaggi ancora per un po’; oltre ad essere uno spettacolo per i vostri occhi e una bellissima esperienza da portare poi con voi.

Giulia Malgarotto

Ci sono popolazioni che da sempre hanno trovato il modo di vivere in armonia con l’ambiente che li circonda e di adattarsi a situazioni estreme e poco favorevoli alla presenza dell’uomo. In Cambogia, nel lago di Tonle Sap, ci sono ancora oggi villaggi galleggianti che regolano la propria vita in accordo con il ritmo delle acque del fiume Mekong. Vi racconto un po’ il villaggio di Kampong Phluk.

Giulia Malgarotto

La Simbiosi tra il Ritmo delle Acque e la Vita dei Locali

Le case costruite su palafitte permettono alla comunità del villaggio di poter permanere anche durante la stagione monsonica, quando il livello dell’acqua sale di diversi metri e gran parte della terra circostante viene sommersa.

Il lago Tonle Sap in lingua locale significa “grande fiume”; è un grande bacino idrico di acqua dolce alimentato dal fiume omonimo che fluisce nel Mekong. Il lago è davvero immenso, tanto che percorrendolo si ha la sensazione di essere più in un mare che in un lago, e una volta addentrati vedere le sponde diventa da tutti i lati impossibile. Durante le piogge il Mekong si gonfia e per un particolare fenomeno il flusso dell’acqua si inverte e dal fiume “rientra” nel lago, aumentando la superficie anche di cinque o sei volte.

Con la stagione secca invece il villaggio diventa un intreccio affascinante di scale, banchine e passerelle; le persone possono tranquillamente camminare e non hanno necessità di spostarsi con le imbarcazioni. Ma è proprio durante la stagione delle piogge che i villaggi diventano peculiari e unici: vi consiglio infatti di andare a vederli proprio in questo periodo. Da maggio a fine ottobre la pioggia comincia a essere più copiosa e l’acqua inizia a ricoprire gran parte del territorio; le palafitte, che fino a poco tempo prima rimanevano scoperte e visibili, svaniscono e le case sembrano fluttuare sulla superficie del lago. L’odore del pesce appena pescato e della pioggia ci accompagna nei piccoli canali circondati dalle case dipinte con colori brillanti, in perfetto contrasto con il colore fangoso dell’acqua che caratterizza questo periodo dell’anno. L’unico mezzo per spostarsi diventa la canoa o la barca: le piccole imbarcazioni, infatti, spuntano da tutte le direzioni e i locali tra loro si salutano e scambiano qualche frase, tutti si conoscono e la condivisione è parte fondamentale della loro quotidianità.

Giulia Malgarotto
Giulia Malagarotto

Il Rapporto con l’Acqua: una Relazione che Inizia dalla Nascita

Nei villaggi più grandi è possibile trovare anche scuole, dentisti, e negozi, e non è strano vedere bambini anche molto piccoli che si spostano da soli in barca. Qui infatti la relazione con l’acqua inizia fin dalla nascita, e diventa un elemento fondamentale da conoscere e di cui presto si comprendono il valore e l’importanza. Le abitudini delle popolazioni che vivono sul lago sono infatti strettamente legate all’ambiente naturale. Sulle sponde del lago le persone vivono, pescano, studiano, pregano e svolgono tutte le attività della giornata.

Le comunità locali traggono dal lago tutto ciò di cui necessitano, vivendo prevalentemente di pesca (soprattutto pesca di cattura, poco selettiva e quindi con impatto maggiore nell’ambiente), fonte fondamentale per lo sviluppo economico sociale e per il sostentamento. La pesca che viene effettuata in questo lago rappresenta infatti il 60% del totale complessivo interno in Cambogia, una percentuale altissima. Proprio per la sua biodiversità il Tonle Sap è stato dichiarato riserva della biosfera dall’Unesco nel 1997 ed è uno degli ecosistemi più produttivi e ricchi di tutto il sud-est asiatico.

La maggior parte della comunità vorrebbe trovare dei mezzi di sussistenza sostenibili alternativi che permettano così la conservazione del territorio, della riserva della biosfera e di conseguenza della vita degli abitanti. Un limite e una sfida per raggiungere questi obiettivi sono però sicuramente le poche opportunità economiche, la mancanza di infrastrutture essenziali, l’assenza di un sistema di smaltimento dei rifiuti e la carenza di beni di prima necessità come poca elettricità e acqua pulita.

Un’altra attività di sussistenza è ovviamente il turismo; i vari villaggi, infatti, durante la stagione delle piogge si dividono i giorni per poter portare i turisti in visita. Gli uomini che non si occupano della pesca sono impegnati nel trasporto dei turisti intorno al villaggio mentre le donne fanno scoprire con piccole imbarcazioni l’interno della foresta di mangrovie, uno spettacolo unico, in cui gli alberi sembrano fluttuare e l’unico rumore che ti circonda è quello emesso dallo scivolio della barca sulla superficie dell’acqua; sembra di essere in un mondo alieno e merita davvero la pena vederlo.

Giulia Malagarotto

Un Equilibrio Fragile da Custodire

Purtroppo, essendo questa una realtà molto delicata, basta molto poco perché l’equilibrio si danneggi. I cambiamenti climatici, l’intervento dell’uomo e l’inquinamento rendono più critica e a rischio la vita dei villaggi galleggianti. Come in molte altre parti del mondo, anche qui si sono verificate negli ultimi anni situazioni di estrema siccità che hanno portato non solo all’isolamento di questi villaggi, ma anche e soprattutto alla limitazione della quantità di cibo a disposizione. Oltre a queste problematiche, come succede nella maggior parte delle volte in queste realtà, i giovani che hanno la fortuna di studiare cercano poi di rimanere nelle grandi città dove le possibilità lavorative e le prospettive di vita sono più allettanti e di conseguenza i villaggi tendono a essere sempre meno popolati.

I villaggi galleggianti e chi ci vive sono una realtà importante da custodire e proteggere come qualcosa di prezioso. Realtà come queste stanno diventando qualcosa di sempre più raro e sempre più minacciato da troppi fattori. Sostenerli con il proprio contributo visitandoli con la curiosità di conoscere e capire e con il massimo rispetto può essere un aiuto importante nelle vite dei locali e un modo per contribuire al garantire l’esistenza di questi villaggi ancora per un po’; oltre ad essere uno spettacolo per i vostri occhi e una bellissima esperienza da portare poi con voi.

Giulia Malgarotto

Ci sono popolazioni che da sempre hanno trovato il modo di vivere in armonia con l’ambiente che li circonda e di adattarsi a situazioni estreme e poco favorevoli alla presenza dell’uomo. In Cambogia, nel lago di Tonle Sap, ci sono ancora oggi villaggi galleggianti che regolano la propria vita in accordo con il ritmo delle acque del fiume Mekong. Vi racconto un po’ il villaggio di Kampong Phluk.

Giulia Malgarotto

La Simbiosi tra il Ritmo delle Acque e la Vita dei Locali

Le case costruite su palafitte permettono alla comunità del villaggio di poter permanere anche durante la stagione monsonica, quando il livello dell’acqua sale di diversi metri e gran parte della terra circostante viene sommersa.

Il lago Tonle Sap in lingua locale significa “grande fiume”; è un grande bacino idrico di acqua dolce alimentato dal fiume omonimo che fluisce nel Mekong. Il lago è davvero immenso, tanto che percorrendolo si ha la sensazione di essere più in un mare che in un lago, e una volta addentrati vedere le sponde diventa da tutti i lati impossibile. Durante le piogge il Mekong si gonfia e per un particolare fenomeno il flusso dell’acqua si inverte e dal fiume “rientra” nel lago, aumentando la superficie anche di cinque o sei volte.

Con la stagione secca invece il villaggio diventa un intreccio affascinante di scale, banchine e passerelle; le persone possono tranquillamente camminare e non hanno necessità di spostarsi con le imbarcazioni. Ma è proprio durante la stagione delle piogge che i villaggi diventano peculiari e unici: vi consiglio infatti di andare a vederli proprio in questo periodo. Da maggio a fine ottobre la pioggia comincia a essere più copiosa e l’acqua inizia a ricoprire gran parte del territorio; le palafitte, che fino a poco tempo prima rimanevano scoperte e visibili, svaniscono e le case sembrano fluttuare sulla superficie del lago. L’odore del pesce appena pescato e della pioggia ci accompagna nei piccoli canali circondati dalle case dipinte con colori brillanti, in perfetto contrasto con il colore fangoso dell’acqua che caratterizza questo periodo dell’anno. L’unico mezzo per spostarsi diventa la canoa o la barca: le piccole imbarcazioni, infatti, spuntano da tutte le direzioni e i locali tra loro si salutano e scambiano qualche frase, tutti si conoscono e la condivisione è parte fondamentale della loro quotidianità.

Giulia Malgarotto
Giulia Malagarotto

Il Rapporto con l’Acqua: una Relazione che Inizia dalla Nascita

Nei villaggi più grandi è possibile trovare anche scuole, dentisti, e negozi, e non è strano vedere bambini anche molto piccoli che si spostano da soli in barca. Qui infatti la relazione con l’acqua inizia fin dalla nascita, e diventa un elemento fondamentale da conoscere e di cui presto si comprendono il valore e l’importanza. Le abitudini delle popolazioni che vivono sul lago sono infatti strettamente legate all’ambiente naturale. Sulle sponde del lago le persone vivono, pescano, studiano, pregano e svolgono tutte le attività della giornata.

Le comunità locali traggono dal lago tutto ciò di cui necessitano, vivendo prevalentemente di pesca (soprattutto pesca di cattura, poco selettiva e quindi con impatto maggiore nell’ambiente), fonte fondamentale per lo sviluppo economico sociale e per il sostentamento. La pesca che viene effettuata in questo lago rappresenta infatti il 60% del totale complessivo interno in Cambogia, una percentuale altissima. Proprio per la sua biodiversità il Tonle Sap è stato dichiarato riserva della biosfera dall’Unesco nel 1997 ed è uno degli ecosistemi più produttivi e ricchi di tutto il sud-est asiatico.

La maggior parte della comunità vorrebbe trovare dei mezzi di sussistenza sostenibili alternativi che permettano così la conservazione del territorio, della riserva della biosfera e di conseguenza della vita degli abitanti. Un limite e una sfida per raggiungere questi obiettivi sono però sicuramente le poche opportunità economiche, la mancanza di infrastrutture essenziali, l’assenza di un sistema di smaltimento dei rifiuti e la carenza di beni di prima necessità come poca elettricità e acqua pulita.

Un’altra attività di sussistenza è ovviamente il turismo; i vari villaggi, infatti, durante la stagione delle piogge si dividono i giorni per poter portare i turisti in visita. Gli uomini che non si occupano della pesca sono impegnati nel trasporto dei turisti intorno al villaggio mentre le donne fanno scoprire con piccole imbarcazioni l’interno della foresta di mangrovie, uno spettacolo unico, in cui gli alberi sembrano fluttuare e l’unico rumore che ti circonda è quello emesso dallo scivolio della barca sulla superficie dell’acqua; sembra di essere in un mondo alieno e merita davvero la pena vederlo.

Giulia Malagarotto

Un Equilibrio Fragile da Custodire

Purtroppo, essendo questa una realtà molto delicata, basta molto poco perché l’equilibrio si danneggi. I cambiamenti climatici, l’intervento dell’uomo e l’inquinamento rendono più critica e a rischio la vita dei villaggi galleggianti. Come in molte altre parti del mondo, anche qui si sono verificate negli ultimi anni situazioni di estrema siccità che hanno portato non solo all’isolamento di questi villaggi, ma anche e soprattutto alla limitazione della quantità di cibo a disposizione. Oltre a queste problematiche, come succede nella maggior parte delle volte in queste realtà, i giovani che hanno la fortuna di studiare cercano poi di rimanere nelle grandi città dove le possibilità lavorative e le prospettive di vita sono più allettanti e di conseguenza i villaggi tendono a essere sempre meno popolati.

I villaggi galleggianti e chi ci vive sono una realtà importante da custodire e proteggere come qualcosa di prezioso. Realtà come queste stanno diventando qualcosa di sempre più raro e sempre più minacciato da troppi fattori. Sostenerli con il proprio contributo visitandoli con la curiosità di conoscere e capire e con il massimo rispetto può essere un aiuto importante nelle vite dei locali e un modo per contribuire al garantire l’esistenza di questi villaggi ancora per un po’; oltre ad essere uno spettacolo per i vostri occhi e una bellissima esperienza da portare poi con voi.

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